Vita di bordo: sicurezza e prevenzione prima di tutto
Diario di viaggio di un navigante amalfitano
di Salvatore Barra
Msc Kalina 22 Agosto 2015 in Navigazione da Malta a Salalah (Oman)
All’alba del 15 di Agosto, dopo aver completato la rotazione dei porti del Mediterraneo, siamo partiti da Marsaxlokk (Malta) per un altro viaggio in Estremo Oriente, con primo porto di destinazione Salalah (Oman), come previsto dal servizio di linea denominato “Dragone”.
Di questi tempi è davvero piacevole navigare nel Mediterraneo, con calma di vento e di mare, temperature gradevoli e giornate lunghe.
Il 19 Agosto, arriviamo a Port Said per il transito del Canale di Suez ad appena due settimane dalla grande cerimonia di inaugurazione, cui parteciparono le più importanti personalità del mondo. L’opera “Faraonica” realizzata dagli egiziani ha dell’incredibile. Per l’esecuzione del progetto hanno impiegato meno di un anno a scavare un canale navigabile, parallelo al vecchio, dalla lunghezza di 76 chilometri (il Canale completo è lungo 162 Km); una sorta di strada a due corsie che permette, in quel tratto, il “doppio senso di circolazione” alle navi in transito. Gran parte dei finanziamenti sono stati attinti dal popolo Egiziano, che hanno investito il loro denaro sotto forma di prestito poiché gli sarà restituito a partire dal quinto anno con gli interessi del 12%. Sinceramente, a parte l’emozione per questa nuova esperienza, per noi è cambiato poco o niente, si risparmiano circa due ore sui precedenti tempi di percorrenza.
Intorno alle ore 16 dello stesso giorno siamo giunti a Suez, quindi ripreso la navigazione nel Mar Rosso per Salalah. Il Mar Rosso, di questi tempi, è letteralmente un forno: caldo torrido ed umidità elevata , la temperatura del mare è di 34 gradi centigradi. Il sabato pomeriggio, quando si è in navigazione si tengono le esercitazioni di sicurezza, cui partecipa tutto l’equipaggio. La nostra “mentalità”, per natura, ci spinge ad “incrociare le dita”, auspicando che non accadano incidenti, sebbene i pericoli per una nave sono tanti e vanno adeguatamente fronteggiati.
Le navi, sono costruite e dotate di sistemi atte a fronteggiare svariate emergenze attraverso: paratie stagne, porte tagliafuoco, sistema antincendio Co2 (estinzione di un incendio per mezzo di anidride carbonica), pompe antincendio, sistema sprinkler , sistemi di rivelatori fumi – temperature, estintori, lance di salvataggio, zattere autogonfiabili, generatore di emergenza, sistemi radio satellitari di comunicazioni, ospedale, farmacia… e molto altro ancora.
Gli Ufficiali di bordo controllano e tengono i sistemi e le dotazioni di sicurezza sempre alla massima efficienza. I marinai, al momento dell’imbarco devono essere provvisti di certificazione attestante lo svolgimento, obbligatorio, dei corsi di sicurezza in strutture di terra, riconosciute dall’autorità marittima.
A bordo cerchiamo sempre di agire sulla prevenzione e mantenere sistemi e dotazioni di sicurezza efficienti curando fin nei minimi dettagli la componente umana: che è senza dubbio la più importante.
Molte sono considerate le emergenze di bordo, tipo: Incendio Grave, Abbandono Nave, Uomo in mare, Falla, Emergenza Medica, Inquinamento e tutti gli altri casi che possono mettere in pericolo la Nave e l’equipaggio. Pericoli che possono presentarsi in ogni momento e senza preavviso; ecco perché non bisogna mai abbassare la guardia, essere pronti a tutto.
La commissione di Sicurezza di bordo, presieduta dal Comandante e formata dagli Ufficiali e dal Nostromo, rappresentante dei marinai, si riunisce ordinariamente una volta al mese per discutere ed eventualmente adottare provvedimenti atti a prevenire ogni forma di pericolo. In generale, seguiamo le regole della nostra Società di Navigazione, comuni a tutte le unità della flotta, riguardo all’abuso di alcool; all’uso di cinture di sicurezza e del vestiario antinfortunistico; a precauzioni durante le manovre di ormeggio e disormeggio; a precauzioni da prendere prima di entrare negli spazi chiusi e così via…
Gli uomini di bordo sono consapevoli del costante pericolo cui vanno incontro e che una piccola distrazione può essere fatale, come capitato il 28 Giugno del 2011, sulla Msc Ivana.
Mancavano pochissimi minuti al “cessa lavori” per la pausa pranzo – ore 11.45 – quando un marinaio, mentre indietreggiava, cadde inavvertitamente da un’altezza di tre metri. Una distrazione che gli costò caro. Fu prontamente soccorso dai colleghi presenti sul posto e trasportato nell’ospedale della Nave, il primo Ufficiale m’informò tempestivamente dell’accaduto e prontamente giunsi sul posto.
La nave in quel momento si trovava in navigazione in prossimità della costa Cinese, non molto distante dalla città di Shanghai. I marinai testimoni, spiegarono la dinamica dell’incidente. Mi dissero che fortunatamente era caduto in piedi ma che nel precipitare con le gambe aveva urtato alcune strutture metalliche. Da un primo esame risultò evidente un serio danno al ginocchio sinistro che si gonfiava a vista d’occhio, fino ad assumere le dimensioni di un palloncino. Come raccontato in un’altra pagina del “Diario di Viaggio”, su questo tipo di navi non è previsto il medico, quindi tutto dipendeva da me: sinceramente per una situazione medica così grave, avrei potuto fare poco.
Feci pulire le ferite, applicare la borsa del ghiaccio e farlo bere, ma l’infortunato non poteva essere curato a bordo, andava trasportato in ospedale. In Cina è molto difficile comunicare in Inglese così, attraverso l’Agenzia di rappresentanza a Shanghai, contattai le autorità cinesi che compresa la gravità dell’incidente si resero immediatamente disponibili a recuperare l’infortunato con l’elisoccorso… precisando che le spese per l’operazione andavano elargite anticipatamente ed ammontanti a 20.000 Yuan Cinesi, pari ad 11.000,00 Euro.
Chiesi ed ottenni dalla Società di navigazione l’autorizzazione al pagamento. Dopo circa un’ora avvistammo l’elicottero che si avvicinava. Attraverso la radio VHF il pilota ci chiese di mettere la prua al vento e di trasportare il ferito sull’aletta del ponte di comando. L’elicottero ed il suo equipaggio facevano parte del “Team Alpha”, specializzato in questo genere di operazioni. Non essendovi un luogo per atterrare, l’infortunato andava issato a bordo del mezzo aereo con l’ausilio del verricello. Infatti, dall’elicottero si calò un cinese sull’aletta del ponte, imbracò il marinaio e quando fu tutto fosse in ordine, diede l’OK ai colleghi che ne avviarono il recupero. Al marinaio fu diagnosticata la frantumazione della rotula del ginocchio sinistro.
Il primo luglio fu operato e verso la fine del mese rimpatriato in Indonesia. Purtroppo a causa dell’infortunio non potette riprendere il mare poiché non recuperò totalmente l’uso dell’arto. Nonostante il brutto infortunio il malcapitato dovette ritenersi fortunato in quanto la nave al momento dell’incidente si trovava nel raggio d’azione degli elicotteri. Se l’episodio si fosse verificato in alto mare, la gestione dell’emergenza sarebbe stata molto più complessa, rendendosi necessario, addirittura, il dirottamento della nave.
Insomma, ho narrato quest’esperienza per meglio far comprendere la fragilità e la complessità della vita di bordo.
Procediamo nel Golfo di Aden . Procedure antipirateria in corso.
Il 24 Agosto all’alba saremo a Salalah (Oman)………la navigazione continua
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