“L’Ultima Cena”, un tradimento che trasfigura l’arte
“Attraverso le immagini…“, percorso di Storia dell’Arte nella simbologia di capolavori, testimonianza di Fede.
“L’Ultima Cena” è un dipinto realizzato su intonaco (460×880 cm) di Leonardo da Vinci, databile al 1494-1498 e conservato nell’ex-refettorio del convento adiacente al santuario di Santa Maria delle Grazie a Milano.
Si tratta della più famosa rappresentazione dell’Ultima Cena, capolavoro di Leonardo e del Rinascimento italiano in generale.
Il realismo della rappresentazione rende tale istante ancora più sentito al pronunciamento di Gesù della frase, “In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà“, provocano una varietà infinita di gesti, movimenti, smorfie, tutti dettati dalla diversa reazione emotiva degli Apostoli. Pietro, descritto dai Vangeli come uomo istintivo e focoso, è quasi arrabbiato dalle insinuazioni di Gesù, e si volta con sguardo rabbioso verso i compagni; Giovanni appare rassegnato; Taddeo è impaurito e triste, Simone sbigottito.
Anche Giuda si gira verso Cristo, borbotta qualcosa, si unisce ai cori di disperazione: ma niente scuote Cristo dalla sua muta, e irrimediabile, desolazione. La lunga tavolata è coperta da una tovaglia di lino di Fiandra in cui sono visibili le piegature della stiratura a pressa. Ogni apostolo ha un bicchiere, un piatto e un coltello. Sui piatti di peltro ci sono pesci e fette di arancia. Giuda versa accidentalmente il sale col gomito che dal punto di vista religioso ha un significato preciso: nel Sermone della Montagna, Gesù chiama i suoi discepoli “sale della terra” per la loro missione di suoi messaggeri, missione a cui Giuda non avrebbe adempiuto.
Il capolavoro di Leonardo da Vinci è estremamente innovativo sia dal punto di vista della composizione, che da quello della resa dei soggetti.
Leonardo è forse il primo pittore ad introdurre nelle sue opere il “momento drammatico”. Egli infatti non delinea soltanto l’ambiente e la situazione narrativa, ma coglie la storia nell’istante in cui giunge a una svolta drammatica, come farà successivamente – e con esiti ancor più clamorosi – Caravaggio.
Letto 21088 volte
0 commenti